Manovra, scongiurata l’introduzione di una Tassa Salvini

Negli ultimi giorni la Lega è entrata in un refrain di rivendicazioni sindacali che poco si conciliano con gli istinti padronali che ha portato avanti su tutti i temi principali di 14 mesi di governo. Claudio Durigon assapora con amarezza l’iter di una manovra economica che non trova in Europa – a detta dello stesso commissario UE Pierre Moscovici – le stroncature a cui abbiamo assistito lo scorso anno.

Si rende conto che il governo giallo – rosso, nonostante la congiuntura economica sfavorevole, è riuscito ugualmente a trovare i 23 miliardi per sterilizzare l’AUMENTO DELL’IVA, ovvero scongiurare l’introduzione di una palese ‘tassa Salvini’ che tradotto in soldoni vuol dire un risparmio di 600 euro all’anno per ogni contribuente e la certezza di poter fare una programmazione economica senza l’assillo dell’esercizio provvisorio. Il filo conduttore della politica economica della Lega era invece una sconclusionata cambiale da 50 miliardi di euro che avrebbe pregiudicato in modo irreversibile i conti del Paese.

Si rende conto che i lavoratori, godranno di una riduzione del CUNEO FISCALE, ovvero a partire da luglio 2019 rientreranno nelle tasche di quelli che tirano la carretta ogni giorno per arrivare a fine mese circa 3 miliardi di euro.

Realizza infine che la FLAT TAX, uno dei principali cavalli di battaglia del governo a cui aveva partecipato, verrà confermata sia nella fascia a cui è diretta (fino a 65.000 euro) e sia nel regime applicato (forfettario).

Infine passa ad Aggredire la questione Arcelor Mittal, la multinazionale Indo – Francese che si era fatta carico del risanamento dell’acciaieria ex Ilva di Taranto, di cui proprio il suo partito risultava azionista.

Quando Salvini, Durigon e soci parlano di ex Ilva, lo fanno veramente per tutelare gli operai?

Dispiace che Durigon, con il quale si è collaborato durante la precedente esperienza di governo, si lasci andare ad esternazioni che mischiano confusamente Manovra Economica, questioni infrastrutturali e di politica industriale, le cui tempistiche, come tutti gli addetti ai lavori sanno, seguono logiche completamente diverse.

Senza contare che nel suo ragionamento non c’è alcun riferimento alle variabili della Vita umana e dell’Ambiente, che a chiacchiere, dovrebbero essere patrimonio comune di tutti. Constato purtroppo che nella sua parte politica, quanto ad insensibilità verso questi temi, è in buona compagnia.