Potenziamento della Procura di Cassino, ho scritto al ministro Bonafede

Le mafie soffocano da decenni il sud pontino. Inquinano l’economia sana e generano insicurezza sociale. Una piaga dimostrata dalle numerose inchieste, dagli analisti ed evidenziata in questi giorni dallo stesso rapporto della Regione Lazio sul crimine organizzato. Non è accettabile che in una situazione del genere gli uffici giudiziari in prima linea contro il crimine, quelli che colgono i primi segnali degli affari dei clan per poter poi interessare la Direzione distrettuale antimafia, siano costretti a combattere con armi spuntate. La Procura della Repubblica di Cassino, a cui con la riforma Severino è stata assegnata la competenza anche sul sud della provincia di Latina, soffre di una pesante carenza di personale e ancora il 27 luglio scorso si è vista negare i fondamentali rinforzi. Si tratta di un ufficio giudiziario allo stremo, che già arranca a causa di una pianta organica ormai del tutto insufficiente. Non mettere la magistratura in grado di operare significa spalancare le porte alle organizzazioni criminali e negare giustizia alla parte sana del territorio. Sono queste le ragioni che mi hanno spinto a scrivere una lettera al ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che ben dovrebbe conoscere la situazione visti anche i numerosi atti di sindacato ispettivo che ho presentato sul tema. Occorre un intervento immediato ed energico. Non sono ammissibili ritardi visto che, come ha dichiarato in questi giorni anche il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, i clan preparano pure l’assalto alle risorse europee che arriveranno con il Recovery Fund, fondamentali per salvare le aziende dalla crisi generata dall’emergenza coronavirus. Senza contare che, visto lo stato degli uffici giudiziari, nel sud pontino sono poche anche le indagini per corruzione e reati contro la pubblica amministrazione che approdano a un processo in cui non venga dichiarato il proscioglimento per intervenuta prescrizione. Tutto in un’area in cui mancano una Squadra mobile un’aliquota del Nucleo tributario provinciale, entrambi presenti solo a Latina, ad una distanza di ottanta chilometri. Ho ricordato al ministro che non c’è legalità quando non viene assicurato il buon funzionamento delle strutture impegnate nel garantirla e che proprio questo sta accadendo con la Procura di Cassino. Le battaglie di principio non possono che essere condivisibili, bene lo Spazzacorrotti su cui tanto si è speso Bonafede, ma poi vanno fatti atti concreti necessari alla sopravvivenza dei territori.