Giornalisti coraggiosi e procedura d’infrazione inesistente

Alla veneranda età di 88 anni George Soros è uno degli uomini più potenti della Terra. Tanto da poter condizionare la politica economica di intere nazioni. Ma il suo interessamento verso le vicende continentali ai tempi della crisi greca e recentemente durante l’approvazione della Manovra di Bilancio italiana ha destato più di qualche sospetto. Questo genere di sottigliezze emergeva di solito dopo decenni quando ormai, fuori dall’agone, un politico o un giornalista decide di scrivere le proprie memorie.
Nell’epoca di Internet invece l’incontro tenutosi tra il finanziere di origini ungheresi e l’olandese Frans Timmermans (vice del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker) è diventato in breve di dominio pubblico. A scoprirlo ad inizio dicembre, alcuni giornalisti ficcanaso tra i quali il corrispondente del Corriere della sera, Ivo Caizzi.
Grazie invece ad un articolo apparso su Italia Oggi sappiamo ora che “ Soros chiese a Timmermans di attivarsi perché la Commissione Ue bocciasse la manovra italiana, aprendo la strada alla Troika” (organismo istituzionale composto da rappresentanti di Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale che interviene in caso di crisi finanziaria di un paese membro per evitarne il default attraverso un piano di salvataggio) e che “il terreno sui mercati, con il rialzo dello spread, era già stato preparato”.
Una “Soluzione Finale” per liquidare l’economia italiana evitata da un lato grazie alla tenacia del presidente del consiglio Conte nel ricercare fino all’ultimo un accordo (poi raggiunto con una diminuzione del deficit programmato per il 2019), dall’altro per il secco no dell’ex ministro degli esteri dell’Olanda.
La cosa più sconcertante però è la narrazione giornalistica che nel frattempo il Corriere della Sera continuava a trasmettere ai suoi lettori attraverso le sue prime pagine. Secondo secondo l’opinione del giornale di via Solferino caldeggiata dal direttore Fontana e dall’editorialista Fubini l’apertura della procedura di infrazione era imminente se non ineluttabile. Ed i continui ed univoci titoli sull’argomento lasciavano poco spazio ad altre interpretazioni. Al punto che Caizzi accusa direttamente il suo direttore: “il 1 Novembre scorso Fontana apriva il giornale titolando in prima pagina su una procedura d’infrazione UE contro Italia inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data”. “In trent’anni – continua – non ricordo un’altra “notizia che non c’è” simile in quella collocazione sul Corriere. Anche perché Fontana potrebbe aver dato il massimo risalto possibile a quello scoop, pur sapendo che non si era mai arrivati nemmeno alla fase iniziale della proposta tecnica dei commissari Ue”.
Errore di valutazione (di fatto la procedura di infrazione non si è aperta e la commissione europea ha dato il proprio assenso alla manovra italiana) la cui buona fede è difficile da credere perché “Fubini siede nell’European advisory board della Open Society di Soros, e fa parte della task force della Commissione Ue contro le fake news”. Sul sito della Open Foundation viene definito come “un influente opinion maker nel suo paese”.
Ho sempre concepito il giornalismo come un “cane da guardia” delle istituzioni. Da questa storia, solo l’ultima in ordine di tempo, emerge invece una visione non solo parziale, ma addirittura esterofila. Per fortuna ci sono ancora giornalisti che hanno la schiena dritta. L’augurio è che un numero sempre crescente di loro prenda coraggio e denunci questo sistema editoriale patinato. Noi per parte nostra faremo di tutto per fare emergere il loro unico padrone: il desiderio di Verità dei lettori.