Stazione di Gaeta, insieme a 28 deputati ho chiesto al ministro Franco l’invio degli ispettori del Mef
Lo spiccato senso per gli affari del Consorzio industriale e l’accondiscendenza del Comune di Gaeta hanno consentito che un “bene comune” di irripetibile importanza collocato al centro della città non sia più nella disponibilità dei cittadini. Un’area strategica, il piazzale della stazione, si sta trasformando da parcheggio pubblico gratuito a luogo di sosta a pagamento gestito da privati, senza che l’amministrazione comunale, che è tra gli enti fondatori dello stesso consorzio, rivendichi per sé la proprietà o l’utilizzo. Ma il Consorzio è andato anche oltre, vendendo a terzi per una cifra irrisoria un pezzo del piazzale che aveva acquistato per la finalità pubblica della “riattivazione ed elettrificazione della linea Formia-Gaeta”, particelle che poi sono state affittate dallo stesso gestore del futuro parcheggio, con una triangolazione che appare del tutto superflua. Quella che per me era una stranezza, oggi diventa per 28 parlamentari appartenenti a schieramenti politici diversi un episodio inquietante, sia per come si sono svolti i vari passaggi amministrativi, sia perché quanto accaduto assomiglia molto ad un’operazione di spoliazione del patrimonio pubblico. Cose di altri tempi, da “Padroni del Vapore”, che in una moderna democrazia non sono accettabili. Quel piazzale non è semplicemente una lingua d’asfalto, come qualcuno vorrebbe far credere, ma il nodo di scambio sul quale per decenni cittadini del Basso Lazio e delle regioni limitrofe hanno parcheggiato gratuitamente per andare a mercato e al mare, sono transitati con i loro veicoli, e sul quale lo stesso Comune ha speso soldi pubblici per la risistemazione. Ma ora, improvvisamente, ha perso la memoria. Nell’atto di sindacato ispettivo abbiamo chiesto al ministro Daniele Franco, in particolare, di inviare gli ispettori della Ragioneria generale dello Stato e dell’Ispettorato generale di finanza presso il Comune di Gaeta e il Consorzio industriale del sud pontino, per verificare se vi sia stata appunto una spoliazione del patrimonio pubblico a favore di un privato. Un atto che segue quello da me presentato il 15 gennaio scorso. Il consiglio comunale di Gaeta, lo scorso anno, ha impegnato il sindaco e l’amministrazione ad incaricare i dirigenti tecnici e l’avvocatura comunale per appurare se il Comune avesse un diritto di prelazione e se la mancata comunicazione della vendita ne consenta l’annullamento, ma non mi risulta che poi sia stato fatto qualcosa. Il 23 marzo scorso invece la Gaeta Parking ha inviato al Comune una Comunicazione di inizio lavori asseverata, ottenendo dal comando della polizia locale il via libera in appena 48 ore e quello della Soprintendenza in appena 96 ore. E il 29 marzo sono iniziati i lavori, nonostante un titolo valido di disponibilità dell’area sempre la Gaeta Parking lo abbia inviato al Comune soltanto il successivo 14 aprile.
All’ente sembra sia stata sufficiente una bozza di contratto di affitto dell’area non firmata, della durata di 20 anni e 8 mesi, spedita il 31 marzo scorso all’ufficio tecnico, che indica come possessore dell’area un terzo soggetto, la partecipante No Problem Parking spa, che insieme alla Sigea, una sua partecipata al 100%, ha costituito un raggruppamento temporaneo di imprese a cui il Consorzio per lo sviluppo industriale del Sud Pontino ha affidato la costruzione di un parcheggio ed è titolare di concessione sulla rimanente parte del piazzale della stazione dal 28 settembre 2020. Non è chiaro come questa serie di “combinazioni” sia passata finora inosservata, nonostante due consiglieri comunali e molti movimenti politici, associazioni e cittadini abbiano segnalato delle anomalie. Mi auguro ora che il Ministero e gli organi competenti facciano la loro parte, come chiedono 28 parlamentari. La vendita del piazzale a un privato è un tema molto sentito dalla cittadinanza e una perdita notevole del patrimonio cittadino, ma solo il Comune e il Consorzio non sembrano curarsene. Tanto che fino a qualche anno fa nella zona vi era pure un circolo anziani, con annesso campo da bocce, cacciati per portare a termine una simile operazione. Per molto meno abbiamo assistito a sequestri da parte della magistratura. Nel sud pontino però gli stessi uffici giudiziari sono in affanno e sto lavorando anche per dotarli del giusto organico. Il tema principale è però quello morale. Un buon amministratore dovrebbe avere come priorità quella di amministrare i beni pubblici a favore della collettività. A Gaeta invece, tra mancate costituzioni di parte civile e acclarate opacità, di quel genere di amministratori non se ne vede traccia. Con il triste risultato che la città è un posto gradevole per chi la vive da turista, mentre per chi ci abita ed è a conoscenza di simili dinamiche diventa un luogo sempre più frustrante.
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