Perché non funzionerà il nuovo patto di stabilità

Le nuove regole fiscali dell’Unione Europea, concordate a dicembre, sembrano non adeguarsi alle realtà di ciascuno Stato membro. Queste regole mantengono i limiti di debito e deficit del trattato di Maastricht, ma introducono piani di spesa specifici per paese, discussi con la Commissione Europea. Nonostante ciò, alcuni problemi delle precedenti versioni del Patto di stabilità e crescita rimangono irrisolti.

La proposta iniziale della Commissione era più efficace, prevedendo un ruolo di monitoraggio per le istituzioni fiscali nazionali indipendenti. Tuttavia, questo elemento è stato escluso dal pacchetto finale. La mancanza di un adeguato monitoraggio e l’enfasi sulla negoziazione bilaterale possono portare a concessioni alla pressione politica, specialmente da parte dei paesi più grandi.

Le nuove regole, con orizzonti di attuazione di sette anni, potrebbero non essere coerenti con i cicli politici degli Stati membri, rendendo difficile per la Commissione far rispettare le politiche concordate. Inoltre, esiste il rischio di manipolazione dei dati attraverso contabilità creativa e previsioni di crescita eccessivamente ottimistiche.

Un esempio dell’inefficacia di questi negoziati si è visto nei piani di emissione di obbligazioni NextGen EU, dove le riforme non sono state attuate come previsto. Ciò dimostra che, invece di creare nuove regole, l’UE dovrebbe concentrarsi sulla creazione di un Tesoro centrale per gestire meglio le tasse e gli investimenti in settori chiave come difesa, innovazione e lotta al cambiamento climatico. Finché non verrà fatto, l’UE continuerà a essere vulnerabile e incapace di realizzare il suo pieno potenziale in un mondo complesso.