Riflessioni sull’arresto del Giudice Castriota

La corruzione rappresenta un grave problema nella pubblica amministrazione italiana, ma il suo impatto diventa ancora più serio quando si manifesta all’interno della giustizia.

Giudici e magistrati sono i garanti della legge e della giustizia, ma quando accettano tangenti o altri favori in cambio di decisioni giudiziarie, tradiscono la fiducia riposta in loro dai cittadini e compromettono la credibilità dell’intero sistema giudiziario.

Il recente arresto del Giudice Castriota del tribunale di Latina e di due suoi collaboratori ha evidenziato il problema, aprendo una riflessione sulla lentezza delle procure che non aprono fascicoli nonostante le segnalazioni pervenute, e sui ritardi inspiegabili nei tribunali, che spesso portano alla prescrizione o all’improcedibilità dei casi, come previsto dalla nuova riforma Cartabia.

Ancora è vivo il ricordo di 8 anni fa quando fu arrestato il Giudice Antonio Lollo reo di per aver messo in piedi alla sezione fallimentare del Tribunale di Latina un sistema di malaffare, che affidava ricchi incarichi a una serie di curatori, a danno delle società oggetto delle procedure e ricevendo in cambio denaro o costosi regali.

La corruzione dei giudici e dei magistrati non solo mina la credibilità della giustizia, ma ha anche conseguenze gravi sulla vita delle persone coinvolte in un processo.

Quando una decisione viene presa sulla base di tangenti e interessi personali, invece che sui fatti e sulle prove, le persone possono essere condannate o assolte ingiustamente.

Purtroppo, la corruzione spesso nasce dai rapporti amicali e dalle frequentazioni di conoscenti e amici, che poi si trasformano in gruppi dediti ad affari e interessi personali, fino ad arrivare ai massimi sistemi, come dimostrato dalle indagini su Luca Palamara, l’ex presidente dell’associazione nazionale dei magistrati.

Per avere una idea dello schifo basta leggersi il celebre libro “il sistema” scritto proprio da Palamara.

E’ fondamentale che le autorità competenti, come la procura di Perugia, a cui va il nostro plauso, siano vigili per mitigare e debellare i corrotti nella giustizia e porre un argine a queste situazioni, per le tante procure in Italia che sono dei veri e propri “porti delle nebbie”.

Solo in questo modo si potrà recuperare la fiducia nella giustizia e ristabilire l’equità e l’imparzialità nel sistema giudiziario italiano.