Verso la fine della concessione perpetua delle spiagge?

L’ultimatum di Bruxelles sulla questione delle concessioni balneari in Italia è stato lanciato con nettezza, chiedendo una rapida risoluzione del problema. La commissione europea sta valutando la possibilità di estrarre dal cassetto una lettera che contiene una richiesta di conformarsi al diritto dell’Unione entro due mesi, altrimenti scatterà il deferimento alla Corte di giustizia. Questo è il secondo step della procedura di infrazione aperta nel dicembre del 2020.

La decisione di prorogare le concessioni balneari al 31 dicembre 2024, adottata con il decreto milleproroghe, era stata già bocciata a marzo dal Consiglio di Stato e non era piaciuta alla commissione europea.

Secondo fonti Ue, l’Italia si è impegnata a presentare rapidamente delle proposte alla commissione, ma ancora non sono chiari i dettagli. La Corte di giustizia sarà chiamata a pronunciarsi su nove diversi quesiti tentati dal Tar della Puglia, tra cui quello che chiede di sancire se la direttiva Bolkestein del 2006 è valida e vincolante per gli Stati membri essendo stata adottata a maggioranza anziché all’unanimità.

Il verdetto della Corte non comporterà un’immediata applicazione della decisione nel diritto nazionale, ma la decisione della Corte “dovrà essere presa in conto” completamente nel piano che il governo dovrà presentare a Bruxelles per assegnare le concessioni tramite gara.

La Corte di giustizia si era già espressa sull’applicazione della direttiva Bolkestein per le concessioni balneari nel luglio del 2016, anche in quel caso in via pregiudiziale.

La commissione europea ha aperto formalmente la procedura di infrazione nel dicembre del 2020, inviando una lettera di costituzione in mora.

Sono passati 28 mesi e nulla è cambiato, per questo la commissione europea intende fare il passaggio successivo: emettere un parere motivato. A quel punto, il governo avrà due mesi di tempo per conformarsi alla richiesta, dopodiché l’esecutivo europeo potrà chiedere alla Corte di giustizia di avviare un procedimento nel merito, che in caso di condanna può portare anche a una maxi multa.

Cosa farà il governo di Giorgia Meloni si conformerà al diritto Europeo oppure ci porterà verso l’ennesima infrazione (abbiamo accumulato oltre 80 procedure con circa 800 milioni di multe pagate) che l’Unione Europea ci ha già comminato?