Relazione Antimafia, la politica faccia la sua parte anche in provincia di Latina

Ieri mattina i quotidiani “Latina Oggi” ed “Il Messaggero” hanno dedicato ampio spazio alla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. Si tratta di un mondo, quello delle mafie Laziali, scientificamente descritto dal professor Vittorio Martone come “Mafie di Mezzo”. È ampiamente noto ed ogni volta, a scadenza periodica, la narrazione si arricchisce di nuovi tasselli. In barba alla minimizzazione della politica locale, impegnata in dibattiti sul sesso degli angeli, la relazione definisce le province di Latina e Frosinone come “le più interessate da infiltrazioni dei clan. Viene dunque richiamata la facilità con la quale il fenomeno si riproduce lungo le coste, nei centri di distribuzione delle merci e nei porti marittimi del Lazio “ove risulta più agevole e meno rischioso perseguire le attività criminali”. La cosa non sarebbe così drammatica se non si considerasse che il presidente della Corte d’Appello di Roma Giorgio Santacroce, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario aveva parlato espressamente di “segnali sempre più massicci di organizzazioni criminali di stampo camorristico” e delle contestuali indagini, in particolare della Guardia di Finanza, su fenomeni corruttivi sempre nel nostro territorio.
Ora solo una piccola riflessione. Alcuni membri affiliati alla criminalità organizzata – ipotizza la relazione – sarebbero residenti in provincia di Latina. Se così è, a chi andranno i loro voti? È questo uno dei tanti interrogativi che condivido da tempo con l’Associazione Caponnetto e che mi ha spinto qualche mese fa a chiedere agli imprenditori di denunciare situazioni anomale. Inoltre stiamo sollecitando la neocostituita commissione antimafia ad intervenire in provincia di Latina, prendendo in considerazione anche la proposta di istituire una sede distaccata della Dda. Alcuni membri hanno sottoscritto con me interrogazioni parlamentari.
Il nostro territorio deve ripartire ed il Governo sta facendo la sua parte con importanti stanziamenti per sanità, trasporti e giustizia. A breve rivedremo anche il codice per gli appalti. La politica locale però dovrà fare la sua parte, evitando cattive tentazioni.