Legge anticorruzione, la pubblica amministrazione diventa trasparente!

La nuova disciplina legislativa contro la corruzione è legge. Giunge al termine un percorso lungo ed impegnativo per i due rami del parlamento, ma la posta in gioco era troppo alta per avere tentennamenti. In aula abbiamo votato compatti (304 favorevoli, 106 contrari e 19 astenuti), senza ricorrere alla fiducia. Una prova di maturità che lascia poco spazio alle critiche di chi insisteva che, alla prova dei fatti, argomenti come prescrizione, “daspo” per i corrotti, trasparenza sui contributi ai partiti, avrebbero finito per spaccare la maggioranza.
La pubblica amministrazione deve tornare ad essere una casa di vetro. Si è perso molto tempo. Ad esempio si sono persi 15 anni per infiltrare agenti di polizia sotto copertura nella pubblica amministrazione come previsto dalla convenzione Onu. Del resto non si capiva proprio perché la norma dovesse valere per terrorismo, mafia e contraffazione di marchi ma non per la corruzione.
Spiare un sospettato di corruzione captando i contenuti del suo cellulare tramite appositi “trojan horse” diventa possibile anche se le indagini non hanno ancora dimostrato la certezza del reato.
Le indagini potranno essere avviate anche dalle rivelazioni di un “pentito”. Le sue indicazioni dovranno però originali e spontanee e comunque entro 4 mesi dal compimento dei reati.
Cuore del provvedimento è lo stop salta prescrizione dei reati dopo la sentenza di primo grado. La misura già esistente in forme varie in diversi stati europei, sostituisce il regime precedente che vedeva un lasso di 18 mesi in cui rimaneva sospesa la decorrenza fino all’appello ed altri 18 fino alla cassazione.
A chi si è macchiato di peculato, corruzione in atti giudiziari, traffico di influenze, induzione a dare o promettere utilità, sarà applicato il “Daspo”. Non potrà più contrattare in via definitiva con la pubblica amministrazione. Nel caso in cui gli sia inflitta una pena inferiore ai 2 anni il daspo oscillerà tra i 5 ed i 7 anni.
La rendicontazione dei contributi ai partiti non potrà più essere aggirata attraverso l’erogazione di contributi a fondazioni politiche che in realtà nascondevano fondi neri. Sopra i 500 euro, come per i partiti, le voci dovranno essere rendicontate e rese pubbliche.
Parimenti i contributi ai partiti al di sopra dei 500 euro versati ai partiti dovranno essere accompagnati dalla pubblicazione on line ed in apposito registro. Prima il limite era di 5.000 euro. Inoltre non si potranno accettare somme da persone giuridiche non soggetti alla legge fiscale italiana.