Nuove giravolte politiche dell’amministrazione comunale di Bracciano

Apprendo a mezzo stampa delle nuove giravolte politiche compiute dall’amministrazione comunale di Bracciano. A pochi mesi dalle elezioni Europee, il “civismo” del sindaco Tondinelli assume i contorni della destra ortodossa.

Scelte politiche già viste in tanti altri comuni, dove dietro la voglia di rinnovamento si convoglia la necessità di darsi una credibilità ed un tono che poi di fatto svanisce davanti alle sirene di un partito organizzato.

Cambia la bandiera, ma non cambia affatto l’orientamento amministrativo, tutt’altro che volto ad “assecondare le esigenze reali delle persone deluse da come è stato gestito il (nostro) territorio, lontano da ogni tattica tipica ai partiti politici”. “In prima persona – si diceva nelle dichiarazioni programmatiche – ci mettiamo al servizio di tutti, ponendo in secondo piano gli interessi di parte per il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi”. E poi: “Non saremo mai le marionette di nessuno”. Com’è andata a finire è sotto gli occhi di tutti, con i consiglieri di opposizione – unici burattini senza fili – incalzati da un mostro giuridico, una commissione creata ad hoc senza che ce ne fossero i presupposti.

Parimenti, appartiene ormai all’era geologica del pleistocene – come le idee di certa destra – la chiusura definitiva del sito di Cupinoro, la priorità di non svendere l’acqua ad Acea, il risanamento di aree come Montebello, la completa trasparenza amministrativa.

È questa la plasticità a cui allude l’onorevole Fabio Rampelli? Se radicamento sul territorio vuol dire accettare tali presupposti, vuol dire che un intero partito si vanta di una palese deroga ai valori che dice di professare, ma che nei fatti poi rimangono la rappresentazione di parole vuote: sotto il vestito alberga il niente.

Anzi, dopo la presentazione della mia interrogazione, concepita insieme ad alcuni deputati del M5s appartenenti alla commissione antimafia, si sono verificati ulteriori sviluppi.

La Regione Lazio ha infatti comunicato l’avvio delle procedure di annullamento di atti di Consiglio comunale, giunta, dirigenziali, fino alla richiesta di annullamento del certificato di destinazione urbanistica del certificato di destinazione urbanistica di un preciso lotto.

Non sono ancora note le motivazioni con le quali la corte dei conti ha evitato il fallimento del comune di Bracciano. Lo stato di pre dissesto finanziario richiederebbe però prudenza nelle scelte dell’Ente che implicano movimenti finanziari, valutando se l’impegno di cifre importanti ricada nell’ordinaria amministrazione.