Lettera aperta ad Alessandro Panigutti, direttore di Latina Editoriale Oggi

Pubblico di seguito il testo integrale della lettera indirizzata al direttore di Latina Editoriale Oggi Alessandro Panigutti.
“Gentile direttore,
ho sottoscritto l’abbonamento al Suo giornale nella speranza di consultare uno strumento di informazione utile, veritiero e plurale.
Sono costretto oggi a ricredermi.
Nell’edizione di oggi, 20 gennaio 2019, in un articolo siglato “G.D.M.”, viene riportata una notizia del tutto falsa. Mi si attribuisce infatti un comunicato stampa congiunto con la consigliera regionale Gaia Pernarella che non ho mai inoltrato né redatto direttamente o tramite l’ausilio di terzi. Lo chiarisco una volta per tutte: io e la consigliera Gaia Pernarella non abbiamo mai emesso un comunicato stampa congiunto.
La fake news segue invece l’invio di un articolato comunicato dove era espressa nitidamente la mia posizione sull’inchiesta “Commodo”. Di tale comunicato sul vostro giornale, non trovo traccia.
Forse l’opinione di un parlamentare della Repubblica eletto proprio nel territorio del Basso Lazio non è meritevole di attenzione? Come mai allora il quotidiano “Il Messaggero” sia nell’edizione “On Line” che in quella cartacea, oltre a svariati giornali e blog telematici hanno scelto invece di riportarla?
Ho scelto di abbonarmi al Suo quotidiano per sostenere con un gesto concreto la possibilità di fare informazione libera. Mi risulta che altre parti politiche abbiano fatto lo stesso, qualcuna andando anche oltre con l’acquisto di spazi. Da più parti mi giungono voci che la mia penalizzazione sia legata alla decisione del MoVimento 5 stelle di tagliare i fondi all’editoria. Io, come i miei colleghi, crediamo che l’informazione debba rispondere ai lettori e non a gruppi di interesse. Se non ritiene questa logica confacente la invito ad un confronto.
Nel Suo editoriale di oggi 20/01/2019 enuncia alcuni principi cardine del giornalismo. Tra essi vi sono il diritto di cronaca e di critica, che non ho mai contestato, anzi. Riscontro purtroppo che nei miei confronti invece non c’è più nemmeno il racconto dei fatti, ma la censura preventiva o addirittura, scopro oggi, il commento ad un comunicato inesistente.
Nei giorni scorsi il Suo giornale si è premurato, come del resto è avvenuto in tutta Italia, di verificare se la mia dichiarazione dei redditi fosse disponibile on – line. Ha fatto benissimo e la informo che, con qualche giorno di ritardo, dati i numerosi impegni che mi vedono molto presente sia in commissione Finanze che sul territorio, sono stati pubblicati.
Mi domando però: come mai la stessa attenzione non è stata posta nel momento cruciale delle elezioni del 4 marzo 2018? Gentile direttore, parlarne oggi mi sembra un po’ tardivo. Per Lei ed i
suoi giornalisti ha il sapore amaro più di un’ammissione di colpa che del desiderio della ricerca della verità.
Il 28 febbraio 2018 in un comunicato stampa, da Voi per ragioni a me sconosciute non pubblicato, annunciavo l’adesione alla campagna per la trasparenza “riparte il futuro”. I miei redditi
venivano pubblicati in rete. Tra l’altro si escludevano rimborsi elettorali. Purtroppo i miei avversari non hanno aderito a quella campagna, ma voi non lo avete segnalato. Se voleva dare veramente un contributo alla trasparenza, se voleva pungolare il malcostume, perché non lo ha fatto allora dando la possibilità agli elettori di formarsi un’idea sull’onestà dei candidati
alle consultazioni parlamentari? Chissà, magari qualcuno avrebbe potuto scoprire che qualche mio collega era attenzionato dalla magistratura contabile…”.